Quando si parla dei luoghi di Montalbano vi vengono in mente solo il mare cristallino e gli incantevoli paesaggi della costa e degli altipiani del ragusano?
Se ci seguite da un po’ e avete letto altri articoli del nostro blog, come quello in cui vi raccontiamo cosa vedere a Ibla o l’ultimo sul castello di Donnafugata, avete probabilmente imparato che l’Isola nell’Isola – così viene spesso definito il territorio Ibleo – è molto più di un set cinematografico a cielo aperto.
Proprio così, quella che è diventata famosa come “la terra di Montalbano” è un luogo incantato dove religione, tradizioni popolari, antichi culti e riti pagani si mescolano in una maniera unica.
Sicilia, e in particolare Ragusa, è anche – o soprattutto? – questo e decidere di trascorrere qui qualche giorno potrebbe farvi scoprire alcuni degli aspetti più folcloristici e suggestivi della nostra splendida Isola.
Un esempio?
La festa di San Giuseppe, una delle feste patronali più affascinanti e antiche del Sud Est della Trinacria.
Oggi vi parleremo proprio di questa festività, ed è insieme a voi che ne scopriremo la storia e le curiosità.
La festa di San Giuseppe: rituali antichissimi
A poco più di cinque chilometri dal B&B La casa di Montalbano si trova il comune di Santa Croce Camerina che nel mese di marzo si trasforma in onore di San Giuseppe, compatrono della città insieme a Santa Rosalia.
La festa fu istituita agli inizi dell’800 ed ancora oggi resta una delle più sentite e partecipate non solo dalle persone del luogo, ma anche da numerosi turisti curiosi di vivere in prima persona il caratteristico evento.
Ma cosa rende la festa imperdibile?
La tradizione popolare che ha reso noti i festeggiamenti riguarda l’allestimento delle Cene di San Giuseppe, grandi tavolate imbandite dai fedeli per devozione o per aver ricevuto una grazia. Chiunque abbia avuto la possibilità di ammirarle almeno una volta nella vita le descrive come un tripudio di colori e genuinità: solitamente circondati da arance e limoni, vengono esposti innumerevoli piatti tipici, come ad esempio baccalà, frittate di asparagi, polpette di riso, ortaggi di stagione, biscotti, dolci, fiori, vino e piante profumate.
A vegliare dall’alto la tavola un’immagine della Sacra Famiglia.
Se non volete però limitarvi alla sola visita delle Cene, l’occasione giusta per vivere pienamente la tradizione vi si proporrà la domenica, a mezzogiorno: la solennità dell’antico rito vuole infatti che un uomo della città nei panni di San Giuseppe, accompagnato da una giovane che rappresenta la Madonna e da un bambino che rappresenta Gesù, si diriga verso una delle case dove è stata allestita la Cena.
Una volta giunto nel luogo prescelto, San Giuseppe busserà tre volte alla porta chiusa con il suo caratteristico bastone. Solo dopo una sorta di dialogo col padrone di casa però verrà finalmente fatto accomodare per favorire delle pietanze della tavola insieme alla giovane Maria e al piccolo Gesù.
Insomma, un rituale che non potrete perdervi e dal quale resterete senz’altro affascinati.
Tra religione e tradizione: il Pane di San Giuseppe
L’elemento immancabile su questa sacra cena è però uno, il cosiddetto Pane di San Giuseppe che mani esperte preparano e decorano donandogli particolari forme simboliche.
Entrato a far parte dei beni immateriali della Regione Sicilia, anche Luca Zingaretti ha avuto modo di assaggiare “u pani pulitu” offerto a lui e al resto della troupe dal Sindaco di Santa Croce quando, nel 2015, si trovavano a Punta Secca per girare alcune scene della fiction “Il Commissario Montalbano”.
Il pane è il risultato dell’incontro tra creatività e abilità di anziane donne profondamente religiose che ancora oggi tramandano a figlie e nipoti questa antica arte che in realtà affonda le sue radici in culti pagani: la preparazione del pane come simbolo di fertilità e abbondanza, un rito che vuole dare anche il benvenuto alla primavera e ai frutti che questa porterà.
La Festa di San Giuseppe a Marinella e Montelusa
Anche il lungomare di Marinella, dove il Commissario Montalbano è solito fare lunghe passeggiate, fa da cornice alla Festa di San Giuseppe che si svolge il fine settimana precedente al 19 marzo in quella che in realtà è Donnalucata.
Qui la tradizione vuole che si rievochi la fuga in Egitto della Sacra Famiglia tramite una variopinta infiorata a cavallo: lungo le stradine del borgo marinaro sfilano infatti gli animali splendidamente bardati con fiori e piante. Guidati da cavalieri in abito tradizionale, il corteo è un bellissimo colpo d’occhio di magnifici colori grazie anche alle luminarie e ai mercatini appositamente allestiti e in cui potrete gustare i prodotti tipici iblei. Come se non fosse ancora abbastanza alla festa del santo, negli ultimi anni, viene abbinata anche l’irrinunciabile Sagra della Seppia, un evento enogastronomico che attira moltissimi visitatori curiosi di assaggiare la seppia cucinata in tanti modi diversi.
Ma non è finita qui!
La Cavalcata di Donnalucata anticipa infatti quella storica di Scicli, la Montelusa della fiction di cui vi abbiamo già parlato in questo articolo del nostro blog.
Il 19 marzo anche qui potrete assistere a una bellissima sfilata di cavalli ornati con coloratissimi fiori e potrete vivere un altro degli arcaici riti della tradizione, quello dei Pagghiari di San Giuseppe, dei falò che, illuminando la notte, ricordano simbolicamente la fuga in Egitto di San Giuseppe, Maria e del Bambin Gesù. Ma come mai queste feste sono ancora così sentite dai siciliani?
Feste patronali: patrimonio culturale da vivere e tutelare
Le feste patronali in Sicilia e in buona parte del Sud Italia non sono solo semplici cerimoniali in onore di un santo, ma un momento di gioia collettiva in cui religiosità e folclore s’intrecciano consentendo a giovani e adulti di vivere e riscoprire riti e tradizioni che risalgono a secoli fa.
Oggi sono divenute anche un’occasione per favorire la conoscenza del territorio, della sua produzione tipica agroalimentare ed artigianale e per consentire ai turisti italiani e stranieri di scoprire e fruire dei nostri beni monumentali artistici, archeologici e naturalistici non solo d’estate, ma anche in altri mesi dell’anno.
Adesso dunque non avete più attenuanti, non vi resta che scegliere la festa o la sagra che fa per voi e prenotare una delle nostre camere per vivere un’esperienza unica ed indimenticabile.
Roberta Gurrieri
info@robertagurrieri.it